giovedì 25 gennaio 2007

Orchidee




Di solito, quando ci troviamo in possesso della prima pianta di orchidea, che abbiamo comprato o ci hanno regalato, non sappiamo come fare per farla sopravvivere, e, di fatto, spesso la povera pianta dopo un’agonia più o meno lunga, muore.Questo succede perché ci immaginiamo la foresta dove vive come un luogo buio, con la pioggia talmente frequente da tenere il terreno sempre fradicio di acqua, caldissima e umida, e quindi tendiamo a tenere la pianta in casa, magari vicino ad un termosifone, e la annaffiamo tutti i giorni tenedola su un sottovaso ricolmo d'acqua. In questo modo decretiamo la fine prematura della nostra pianta a cui tenevamo tanto e decidiamo che la coltivazione delle orchidee è bene lasciarla a Nero Wolf (il famoso investigatore privato creato dalla penna di Rex Stout)!In realtà la maggior parte di queste piante, hanno una particolarità: non vivono sul suolo, ma, pur non essendo parassite, nascono, vivono e fioriscono aggrappandosi con le loro robuste radici ai rami dei maestosi alberi della foresta (in compagnia comunque di tante altre piante come bromeliacee, felci, muschi ecc), spesso sui rami più alti,riuscendo in questo modo a raggiungere la luce del sole che ai tropici è molto più intensa rispetto alle nostre latitudini (1° fattore: luce in abbondanza).Inoltre, anche se piove tutti i giorni, non rimangono mai molto tempo con le radici bagnate proprio perchè sono all'aria aperta e si asciugano in poche ore (2° fattore: poche annaffiature, ma molta umidità atmosferica), e le sostanze nutritive che gli occorrono sono solamente quelle che "piovono dall’alto" (guano, detriti vegetali) e che si fermano nelle fessure della corteccia dei rami dove vivono (3° fattore: pochi fertilizzanti). Inoltre molte di queste vivono in foreste montane ad altitudini di anche 1000-2000 m, che sono sì umide, ma non molto calde, con temperature che vanno da pochi gradi sopra lo zero fino ad una ventina di gradi (4° fattore: temperature non eccessive).

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