venerdì 28 dicembre 2007

Stella di Natale


La Stella di Natale o Poinsettia appartiene alla famiglia delle Euforbiaceae ed è originaria del Messico. Ha la particolarità di avere le brattee vale a dire delle false foglie, variamente colorate che si sviluppano sulla cima dei rami. I veri fiori sono piccoli e di colore giallo. Gli steli secernano un lattice molto velenoso ed i fiori sono riuniti in infiorescenze formate da tanti fiori maschili ed uno solo femminile che dà origine ad un frutto che contiene una capsula che porta solo tre semi. E’ una pianta che vive bene ad una temperatura tra i 14 - 22 ° C. Non ama invece le gelate e d'estate è opportuno tenerla all'aperto con ottima luce, ma non al sole diretto. Non tollera aria viziata per questo motivo è importante arieggiare la stanza nella quale si trova, ma attenzione alle correnti d'aria.
Dopo un certo periodo di tempo le brattee rosse e alcune foglie cadono, allora bisogna tagliare gli steli fino a 10 cm dalla base e mantenere il terriccio quasi asciutto tenendo la pianta in una zona della casa dove c'è buona luce ma non sole diretto ed una temperatura non troppo elevata. Verso maggio, quando la pianta comincia a crescere la si rinvasa in un vaso non troppo grande in quanto se ha la possibilità di avere ampio spazio per sviluppare le radici, tende a produrre molti steli a discapito delle foglie e delle brattee rosse. Si utilizza una composta a base di torba, leggermente acida, soffice. La pianta va tenuta in luogo luminoso ma non al sole diretto e si deve annaffiare solo quando il terriccio inizia ad asciugarsi evitando che secchi eccessivamente. Va concimata ogni 15 giorni usando del fertilizzante liquido . Si tagliano i rami eccessivi in modo da lasciare 5 steli principali che formeranno un bel cespuglio. (Gli steli tagliati se messi a radicare, possono produrre delle nuove piante). In autunno si mette la pianta ogni giorno o in luogo buio oppure si ricopre con una busta di polietilene nera per circa 15 ore al giorno (dalla 17,00 alle 8,00 del mattino del giorno dopo) . Durante le ore di luce si lascia la pianta in una zona luminosa della casa ma non al sole diretto senza concimarla e annaffiandola poco. A Natale si avranno in questo modo le caratteristiche brattee rosse ed i fiorellini gialli.

sabato 1 dicembre 2007

Il galateo dei fiori







I fiori hanno il loro galateo che suggerisce alcune regole generali da tenere in considerazione tutte le volte che si intende regalare un fiore o un mazzo di fiori.Ecco alcuni suggerimenti per evitare di commettere errori.
Il fiore giusto......In alcune occasioni i fiori devono avere una certa importanza e allora la scelta cade sulle orchidee. In questo caso è meglio scegliere piccole orchidee su un lungo ramo: sono le più eleganti e leggere, anche se avranno una durata inferiore rispetto alle specie a grande fiore.L'orchidea può essere donata anche da sola soprattutto se in una elegante confezione. Regalare mazzi enormi, soprattutto se particolarmente ingombranti, non è di buon gusto.Steli di rosa legnosi alti oltre un metro non serviranno; è meglio scegliere un piccolo bouquet, confezionato con cura, magari con qualche rosellina mignon. Qualche eccezione può essere fatta con la persona amata, alla quale anche un singolo fiore sarà sempre gradito.
Non tutti amano i fiori recisi e spesso, se non si conosce bene il destinatario, è preferibile scegliere una bella pianta da appartamento o da balcone.Ad un professionista o ad una persona di riguardo che si desideri ringraziare è comunque sempre più opportuna la classica pianta verde.Attenzione anche ad omaggiare fiori ad una persona malata: in tale circostanza evitare assolutamente fiori profumati, preferendo, senza dubbio, specie completamente inodori o una pianta verde.
L'importanza del colore……..Una certa attenzione va posta nella scelta del colore, perché anche a questo viene attribuita una certa simbologia.Le corolle rosse, in particolare se di rosa, hanno un significato ben preciso, quello di amore ardente.Attenzione anche a non regalare un fiore giallo alla fidanzata, perché è simbolo di tradimento.Il bianco, di solito, è invece riservato alle spose, o a ricorrenze quali battesimi, comunioni o cresime, ma è comunque sempre un colore raffinato.A Natale l'usanza vuole che la scelta cada sul colore rosso: tutto ciò che si trova di quel colore porta allegria.Nessun particolare problema, infine, per gli altri colori (rosa, azzurro, blu, giallo, arancione e lilla); hanno anch'essi un preciso simbolismo, ma in genere non presentano controindicazioni.……. e del numero dei fiori: meglio dispariCome già accennato, un solo fiore è in genere indicato solo per la persona amata come simbolo d'affetto. In questo caso sarà apprezzata qualsiasi specie, anche una semplice violetta raccolta dal ciglio di un fosso.Nella maggior parte dei casi si regalano mazzi o grandi bouquet nei quali, chi li riceve, ben difficilmente va a contare il numero dei fiori, ma in alcune circostanze particolarmente sentite (anniversari, fidanzamenti, etc.) possono bastare pochi fiori, purché rari e pregiati.Se si offre un mazzo di fiori di una sola specie sarebbe comunque meglio che il numero dei fiori fosse dispari, soprattutto se il destinatario è un po' superstizioso.Fiori anche agli uomini.... Agli uomini possono essere regalati fiori, purchè si evitino fiori fragili, dal significato romantico e di colori tenui. I colori devono essere decisi (rosso, giallo o arancio) così come deciso deve essere il disegno della corolla (tulipani, anthurium rossi o sterlizie).Andranno bene anche le rose purchè di colore vivace. Anche la confezione dovrà essere appropriata, evitando nastrini di velluto o di seta, ma preferendo una fettuccia di cotone opaco, possibilmente in accordo con il colore dominante dei fiori.Per i medici e gli altri professionisti, in ogni caso, una pianta verde rappresenta sempre un omaggio ben gradito da sistemare nell'anticamera, soprattutto se si tratta di una specie non particolarmente esigente di cure specifiche.

martedì 13 novembre 2007

Composizione di fiori e frutta


E' un'immagine che richiama i colori e i profumi autunnali. ( da pianetafiore.it)

domenica 20 maggio 2007

Begonia

Il genere Begonia comprende circa un migliaio tra specie ed ibridi,di origine tropicale, moltissime provenienti dal Brasile, generalmente piante perenni, coltivate in vaso o in giardino come piante ornamentali per la bellezza dei fiori e delle foglie. Vengono classificate in base al tipo di apparato radicale, in tre gruppi: rizomatose, tuberose e a radici fascicolate.
Tutte le begonie hanno comuni necessità colturali con terriccio umido, soffice e ricco di materia organica, umidità ambientale elevata, esposizione ombrosa e protezione invernale dal freddo.
La moltiplicazione avviene per seme, per talea o dove possibile con la divisione di tuberi e rizomi.
La Begonia rex ,originaria dell'India, ha foglie cuoriformi lisce o ruvide coloratissime, con screziature rosse, nere, verdi o argentate, fiori insignificanti. E' una pianta da serra vuole ambiente caldo-umido, terriccio di castagno misto a sabbia ben concimato.
E' consigliabile reinvasare ogni tre quattro anni dividendo i rizomi troppo fitti; la moltiplicazione avviene per talea fogliare, incidendo in più punti la foglia lungo le nervature principali, da ogni incisione nascerà una piantina.
Le Begonie tuberose sono piante perenni interessanti per la bellezza e varietà dei fiori. Sono spesso ibridi di forma e portamento diversi. Le foglie sono generalmente grandi cuoriformi di colore verde scuro con sfumature rosse, lobate o dentate. I fiori possono essere semplici, semidoppi o doppi dal colore variabilissimo bianchi, gialli;la specie più nota è la B. tuberhybrida. Le esigenze colturali prevedono ambiente fresco e umido con esposizione a mezz'ombra . La moltiplicazione si effettua con la divisione dei tuberi in pezzetti (uno per ogni gemma), per talea o con la semina.
Infine le Begonie erbacee a radici fascicolate perenni o annuali, come la begonia semperflorens, vengono apprezzate per i fiori. Utilizzate per la formazione di aiuole, bordi fioriti decorazione di balconi e finestre. Si adattano a qualunque tipo di terreno fresco e sciolto e a qualsiasi esposizione. Esistono numerose varietà ed ibridi con fiori bianchi, rosa e rossi, fogliame verde lucente, bronzato o rossastro.
Le Begonie perenni di questo gruppo vengono coltivate come annuali, seminandole in autunno o in primavera; il metodo di moltiplicazione consigliato è per talea nel periodo estivo .

mercoledì 16 maggio 2007

Piante aromatiche



Le erbe aromatiche, in tutte le loro varianti, stanno vivendo un revival. Se prima erano utilizzate per le loro virtù terapeutiche, oggi arricchiscono la cucina riscoprendo sapori tradizionali, così come inventando nuovi accostamenti aromatici; inoltre, il consumo giornaliero di erbe aromatiche fresche è una componente essenziale per una vita sana. E non devono essere necessariamente sempre i fiori ad ornare il balcone, anche le erbe aromatiche sono molto decorative.
Gli amanti delle erbe aromatiche che non dispongono di un giardino, non devono rinunciare a queste piante. La maggior parte delle erbe aromatiche da cucina è rappresentata da piante semplici che crescono bene anche nei vasi per i fiori e nelle cassette da balcone. Il profumo e la bellezza di queste erbe si lasciano così godere da vicino.
La coltivazione del basilico, della santoreggia, dell’aneto, dell’origano del crescione, del prezzemolo e dell’erba cipollina non comporta alcuna difficoltà. Le piante più grandi come la borragine, il dragoncello, la menta piperita, la citronella e l’issopo necessitano di maggiore spazio rispetto alle prime per svilupparsi. Le erbe giovani, dopo l’acquisto, sono rinvasate in un vaso più grande affinché le loro radici possano svilupparsi liberamente. Le erbe aromatiche devono essere innaffiate abbondantemente e con regolarità. I concimi devono essere somministrati con cautela. Se la pianta è potata sulle punte più alte ed esterne si sviluppa rigogliosa.
Se si decide di collocare diverse erbe in uno stesso vaso, è auspicabile che tra loro abbiano esigenze simili.
Il basilico, il cerfoglio, la maggiorana, il prezzemolo e l’erba cipollina sono buoni vicini. Crescono velocemente e possono essere raccolti presto. Anche i tipi di pianta a crescita lenta o medio veloce, come la santoreggia, l’origano, il rosmarino e il timo si adattano alla convivenza.

martedì 1 maggio 2007

martedì 24 aprile 2007

Canna fiorifera



Le canne sono originarie delle foreste pluviali del Sud-America, dove vengono coltivate nelle radure. Tuttavia anche in Europa crescono bene, a patto che i loro tuberi vengano adeguatamente protetti dal gelo durante l'inverno. L'insolito fogliame e i favolosi fiori delle canne assomigliano a un incrocio tra un gladiolo e un banano e, grazie alle loro particolari caratteristiche, possono donare un aspetto tropicale a qualsiasi giardino. Se collocate in un'aiuola a fare da sfondo ad altre piante o usate come solitari punti focali in un giardino minimalista sono veri e propri gioielli. Inoltre queste piante possono essere coltivate in grandi vasi o fioriere per dare un tocco esotico e rigoglioso alla vostra terrazza o al vostro balcone. Le canne più comuni hanno foglie rosso scuro tendente quasi al marrone. Ci sono altre varietà dalle lucide foglie di un verde brillante. Grazie al loro interessante fogliame e agli alti e robusti fusti che non richiedono alcun tipo di sostegno, costituiscono veramente uno spettacolo degno di nota in qualsiasi giardino.
Da agosto ad ottobre la canna produce fiori veramente incredibili. Tra le 150 e più varietà, ve ne sono con fiori a forma di gladioli e altre con fiori non dissimili dalle orchidee. I loro colori vanno dal rosa intenso al giallo con o senza screziature e macchie in colori contrastanti. Questi sorprendenti fiori crescono su lunghe spighe. Se rimuoverete i fiori appassiti, la canna continuerà a fiorire per mesi e mesi.
Le canne amano un terreno fertile ben drenato e l'esposizione al sole. Se piantate in giardino (nella seconda metà di maggio) e fertilizzate regolarmente, cresceranno formando grandi cespugli. Le canne in vaso o fioriera hanno bisogno di essere fertilizzate settimanalmente e annaffiate abbondantemente. Con l'evaporazione delle grandi foglie la pianta perde grandi quantitativi di umidità. Dopo le prime brinate notturne, tagliate le foglie e rimuovete i tuberi dal terreno. Collocateli in un vaso con del terriccio asciutto e riponeteli al riparo dal gelo durante l'inverno. A marzo potrete ricominciare ad annaffiare i tuberi.

mercoledì 18 aprile 2007

Bambù


I bambù appartengono alla famiglia delle Graminacee. Il bambù è , dal punto di vista botanico, un'erba che può essere gigante, come nella specie indiana Dendrocalamus brandisii, le cui canne superano i 40 mt. d'altezza, o di modeste dimensioni come nella specie nativa del Giappone Pleioblastus pygmaeus che difficilmente supera i 15/20 cm.

I bambù vegetano in luoghi estremamente diversificati e con caratteristiche climatiche a volte contrapposte: dalle calde e umide foreste tropicali asiatiche, sudamericane e africane, ai territori a clima temperato di Cina e Giappone, al freddo della catena montuosa dell' Himalaya. I bambù resistenti al gelo di origine cinese e giapponese, oltre che come esemplari isolati, si prestano alla costituzione di siepi sempreverdi, di frangivento e di boschetti molto decorativi. I bambù nani sono adatti a consolidare le scarpate e ad ornare i giardini rocciosi. Tutti sono impareggiabili ai margini degli stagni e dei laghetti da giardino. I bambù da giardino sono completamente resistenti al freddo e sempreverdi. Si adattano a qualunque terreno, meglio se fertile ed umido (ma non paludoso), al sole od in ombra parziale. Conviene lasciare le foglie che cadono durante il rinnovo vegetativo primaverile ai piedi delle piante: costituiranno una perfetta pacciamatura che fornirà ai bambù un ottimo fertilizzante naturale a lenta cessione e una protezione del rizoma dal caldo e siccità estive e dal freddo invernale.

La fioritura delle piante "grasse"












La fioritura delle succulente avviene per la maggioranza delle specie ogni anno nel periodo che va da maggio a novembre. Alcuni generi impiegano diversi anni a raggiungere la fioritura, come ad esempio le yucca o le agave.Queste piante si sviluppano a rosetta e, dopo diversi anni (per le agave ne occorrono anche fino a quindici), quando hanno raggiunto la robustezza sufficiente alla fioritura, la loro rosetta si sviluppa in fiore; se non hanno emesso polloni o rosette alla base, la pianta dopo la fioritura muore.
I cactus sono la famiglia che presenta più di 200 generi diversi.Di questi, alcuni, come per esempio la specie Zygocactus truncantus , fiorisce a fine dicembre ed è per questo comunemente chiamata cactus di Natale; altre ancora fioriscono verso la metà dell'autunno.
In sostanza, diversificando accuratamente una scelta di piante succulente si potrà avere una fioritura durante tutto l'anno

lunedì 16 aprile 2007

Crassula arborescens



La crassula appartiene alla famiglia delle crassulaceae ed è originaria dell’Africa meridionale; proprio per questo, non tollera temperature basse (al di sotto dei 7 gradi), predilige posizioni molto soleggiate ed esposte a correnti di aria fresca, soprattutto durante il periodo estivo.
Fisicamente la crassula si presenta come un arbusto che, a seconda della specifica varietà (oltre 300 specie), può raggiungere diverse dimensioni. Le foglie sono carnose e di colore verde; i fiori sono piccoli e, generalmente, di colore bianco.
Si adatta a vivere in serra e in appartamento, ma nelle più zone calde può essere coltivate anche all’esterno. Il terreno, in quest’ultimo caso, deve essere sciolto e ben drenato. Se coltivata in vaso, è bene ricordare che la dimensione di questo deve essere commisurata alle dimensioni della pianta. Ogni due anni è necessario procedere al rinvaso.
La moltiplicazione può avvenire per talee di foglie (periodo: primavera o estate) oppure per mezzo di talee di fusti (la cui lunghezza deve essere compresa tra i5/8 cm; periodo:maggio-luglio) se si tratta di specie con il fusto particolarmente sviluppato, come nel caso dalla crassula arborescens o della crassula portulaca.

Glicine bonsai


Glicine


Pianta rampicante di origini cinesi introdotta in Europa come pianta ornamentale ideale nei giardini per la realizzazione di pergolati, dal fogliame deciduo riesce a raggiungere i 15m di altezza, fiorisce in primavere e tarda estate con grappoli di fiori bianchi o lilla che si aprono progressivamente. Il trapianto del Glicine è consigliato nei mesi autunno – invernali (ottobre - marzo) possibilmente in posizione soleggiata che ne permetterà una migliore fioritura. Il Glicine dopo il primo anno dal trapianto comincerà una crescita rigogliosa, è una pianta che tende ad espandersi quindi è consigliabile dedicargli spazi sufficientemente ampi per lo sviluppo. Non necessita cure particolari, non teme il gelo.

sabato 14 aprile 2007

Ciliegio bonsai


Bonsai in pillole


1. Iniziare con un bonsai non molto importante (economicamente) per non soffrire eccessivamente se la pianta dovesse soccombere.

2. Scegliendo dal vivaio una pianta da lavorare prediligete una ramificazione naturale e radici sviluppate correttamente attorno al tronco senza accavallamenti. Preferite piante con ramificazione bassa ed un buon movimento del tronco.

3. Rinvasare ogni 2-3 anni o in base alle esigenze del bonsai. Quando le radici riempiranno il vaso di residenza sarà il momento giusto per effettuare questa operazione; troppi rinvasi indeboliranno la pianta mentre pochi rinvasi non forniranno gli elementi necessari per una crescita corretta.

4. Per effettuare l'operazione di rinvaso prediligete generalmente l'inizio della primavera (momento in cui le gemme cominciano a gonfiare).

5. Successivamente al rinvaso converrà posizionare la pianta in un luogo non soleggiato per 15/20 giorni.

6. Se il pre-bonsai ha bisogno di crescere un po' trasferitelo in un vaso un po' più grande del necessario in modo che possa svilupparsi in maggiore libertà; possibilmente basso e largo.

7. Prima di concimare con fertilizzante liquido inumidite lo strato di terra superficiale per non ustionare le radici. Se usate invece fertilizzanti fogliari preferite la sera dopo il tramonto, in modo che la pianta abbia tutto il tempo per assimilarlo (durante la notte) senza che evapori per il caldo del giorno.

8. In generale annaffiate quando il terriccio di superficie si è asciugato. Non esiste uno scadenzario per annaffiare quindi si dovrà utilizzare vista e tatto per verificare l’umidità del terreno. Se le piante sono posizionate in un luogo soleggiato può capitare che il terreno faccia una sottile crosta che impedisce all’acqua di penetrare, in tal caso con un bastoncino rompete la “crosta”. Se è possibile annaffiare la mattina presto poiché durante la notte l’umidità dell’aria è sufficiente ed una ec

9. Se non annaffiate a pioggia nebulizzate regolarmente la pianta per eliminare dalle foglie la polvere e contemporaneamente fornire un giusto tasso d'umidità.

10. Collocare il bonsai in un luogo luminoso e arieggiato; attenzione a rispettare le esigenze dell’essenza, ad es. ginepro in pieno sole, acero in penombra ecc.

11. Durante la stagione invernale si potrà proteggere l'apparato radicale avvolgendo uno straccio o della rafia al vaso per scongiurare eventuali gelate. Al nord è consigliabile riparare l’intero vaso in un altro vaso capace di contenerlo e coprire il terreno con tessuto non tessuto (lo trovate nei garden) o con qualsiasi materiale atermico, ad es. foglie secche di faggio.

12. Evitare di fertilizzare durante i mesi più caldi (luglio e agosto) e durante i mesi più freddi (dicembre e gennaio).


Bonsai


Il termine "bonsai" è giapponese ed è costituito da due ideogrammi:
il primo significa vassoio o contenitore (bon), mentre il secondo (sai) significa educare e, in senso lato, il coltivare.
Questi alberi in vaso possono essere paragonati a normali piante che sono state "semplicemente" coltivate in maniera migliore ovvero con cure ed attenzioni che generalmente altre piante non necessitano, quali ad esempio:
la potatura delle radici fittonanti (quelle che penetrano in profondità nel terreno), il rinvaso periodico e le continue potature dei rami che rendono la pianta nel suo complesso più forte ed adatta a sopravvivere in spazi ristretti.
I bonsai, sia come senso estetico naturale sia come la filosofia orientale suggerisce, devono seguire degli stili ben precisi accomunati dalla conicità del tronco, dalla dimensione ridotta delle foglie e soprattutto dalla naturalezza della pianta stessa, che nel sui insieme (vaso compreso) ha lo scopo di riprodurre la natura in piccole dimensioni.
È sbagliato pensare che i bonsai soffrano nei vasi:
è solo un'impressione che si ha, a causa delle forme spesso contorte o delle parti di legno secco create appositamente per dare un effetto di vetustà alla pianta.
Si parla di arte bonsai, in quanto fare bonsai è un'arte che comporta svariate conoscenze, sia nel campo generale della botanica, che in quello più particolare delle tecniche bonsaistiche.
Tutte queste conoscenze vengono applicate per coltivare una pianta che rispetti determinati canoni estetici.
Un altro aspetto interessante è che si tratta di un'opera d'arte mai finita: la pianta continua a crescere e modificarsi, bisogna quindi accudirla sempre.
Il bonsai come si conosce oggi, è sostanzialmente quello giapponese, tuttavia l'origine dei bonsai è da situarsi in Cina: furono dei transfughi cinesi, approdati sulle coste giapponesi, a portare nel paese del Sol Levante i primi bonsai.
I giapponesi appresero questa tecnica e ne fecero un'arte, applicando alle piante coltivate i canoni della propria estetica influenzata dallo Zen.
È importante che un bonsai evochi in chi lo guarda una sensazione di forza, maturità e soprattutto di profonda pace e serenità.
(da wikipedia.org)

giovedì 12 aprile 2007

Balconi fioriti
















mercoledì 11 aprile 2007

Immagini di un giardino tropicale
















Immagini di un giardino romantico
















Oleandro







Pianta della famiglia delle Apocinacee originaria delle regioni mediterranee dove cresce allo stato spontaneo come arbusto o come albero sempreverde.
Ha foglie intere, lanceolate; i suoi fiori sono disposti in cime all’apice dei rami, odorosi, di colore rosa, bianco, rosso, giallo, arancio e possono essere semplici o doppi; il frutto è una capsula allungata contenente diversi semi.
Sia i rami sia i frutti, ma in maggior quantità le foglie, contengono alcaloidi e glucosidi, sono molto tossici.
Gli oleandri coltivati in vaso, richiedono contenitori più alti che larghi, perché il loro apparato radicale si sviluppa in profondità.
Il terriccio deve essere fertile, ben drenato; le piante giovani crescono meglio se si cambia annualmente la terra del vaso e devono essere cimate per assumere la caratteristica forma a cespuglio.
Per moltiplicare l’oleandro un metodo molto semplice è quello di mettere un giovane ramo in una bottiglia di acqua da tenere al sole finché non emette le radici; una volta che le radici si sono ben sviluppate, il ramo si interra in un vaso con terriccio fertile.

Immagini di un giardino mediterraneo
















martedì 10 aprile 2007

Camelia


La camelia è un arbusto sempreverde, coltivabile in terra o in vaso. Ha fusto durissimo e compatto, le foglie sono graziose e lucenti, i fiori, a forma di coppa o ciotola, possono essere semplici, con cinque petali, semidoppi o doppi, in tutte le sfumature che vanno dal bianco al rosa al rosso, con diametro che può raggiungere anche i 20 cm nella C. reticulata dai fiori semidoppi.
La messa a dimora deve avvenire in posizioni riparate dal gelo e dai venti gelidi, meglio ancora se si tratta di un punto leggermente ombreggiato. La posizione ideale per qualsiasi tipo di camelia, è l'essere riparata dal nord. Attenzione, però, anche al pieno sole: le foglie potrebbero ammalarsi, macchiandosi di giallo-bruno. In questo caso l'intera pianta sarebbe da eliminare.La Camelia cresce bene nei climi temperati, anche nelle vicinanze dei grandi laghi alpini, poiché il clima è mite anche in inverno.
La piantagione si effettua in settembre-ottobre o in marzo-aprile.Il terreno, che non deve essere calcareo, va arricchito con foglie decomposte e torba. Se è calcareo, bisogna somministrare periodicamente chelati di ferro per non far orlare le foglie di giallo (clorosi), e far perdere vigore alla pianta. Pacciamare con torba umida e in primavera con terra d'erica, così da mantenere le radici fresche, con molto humus.
La pianta va annaffiata con giudizio: ripetutamente e abbondantemente solo nei mesi di gran caldo, riducendo gradatamente. In caso contrario, le foglie ingiallirebbero e inizierebbero a cadere.I fiori appassiti vanno eliminati per evitare che si formino i frutti, cosa che, nel corso degli anni, toglierebbe vigore alle piante.Gli arbusti di camelia si prestano ad assumere le forme più diverse, dall'albero alla spalliera. La potatura annuale non è necessaria,. Si pota solo per dare una forma alla pianta, per il resto basta che in primavera, all'inizio della vegetazione, siano accorciati i rami disordinati, quelli vecchi che potrebbero farla deperire.

Azalea


Le azalee sono piante da esterno che nelle zone fresche del nostro paese amano il pieno sole, mentre prediligono la mezz'ombra dove fa più caldo; in casa desiderano godere di buona luminosità e una temperatura attorno ai 16°.Per mantenere in buona salute le azalee occorre ricordare che le frequenti annaffiature (anche mattino e sera) vanno effettuate con acqua piovana o demineralizzata.Il terriccio deve essere acido, composto da terra d'erica e torba. Conclusa la fioritura si devono limitare le annaffiature e porre le piante al fresco ma non al freddo.A primavera è bene portare i vasi all'aperto e sistemarli a mezz'ombra.Una regolare concimazione mensile, da sospendere solo nel breve periodo di riposo che segue la fioritura, assicurerà ai cespi il giusto nutrimento. Ogni tre mesi si può provvedere anche a un'annaffiatura con solfato di ferro, elemento che rinverdisce le foglie e accentua il colore dei fiori.

domenica 1 aprile 2007