martedì 27 marzo 2007

Il giardino esotico


I vegetali presenti in un giardino esotico sono originali di varie zone secche lontane (donde il termine “esotico”): sud-ovest degli USA, Messico, Centro e Sud America per i cactus e gli agavi, Sud Africa, Africa orientale e penisola arabica per le altre piante succulente.

Nonostante le forme stravaganti, sono piante in tutto e per tutto che producono regolarmente fiori per riprodursi.
La fioritura ha luogo praticamente tutto l’anno secondo il luogo d’origine di ogni specie: inverno per l’Aloe e la Crassula africana, primavera ed estate per la maggior parte dei cactus. Contrariamente ad un’idea ampiamente diffusa, solo una piccola parte dei cactus fiorisce di notte. Numerosi sono i cactus che producono grandi fiori colorati e diurni.

lunedì 26 marzo 2007

La tradizione del giardino secco


Il termine "Giardino Zen" viene attribuito quasi esclusivamente al giardino secco, in giapponese Karesansui.

Questo tipo di giardino ha origine all'epoca dell' avvento del buddismo Zen, verso la fine del VI secolo. Lo stile venne poi perfezionato nei templi e nei monasteri Zen, come ausilio per la meditazione, la contemplazione e la preghiera dei monaci.

Questo tipo di giardino rinuncia a tutte le possibilità decorative per favorire l'attività meditativa.Per quanto a prima vista potrebbe non sembrare così, anche in questi giardini la natura è protagonista: vengono utilizzate sabbia e rocce per simboleggiare acqua, montagne e isole estremizzando i concetti minimalisti del buddismo Zen.

Le pietre sono riunite in gruppi e disposte con grande cura. La sabbia deve essere accuratamente rastrellata per produrre disegni geometrici: attorno alle pietre che simboleggiano le isole vengono creati disegni e cerchi concentrici per simulare le onde del mare.Le dimensioni del Giardino Zen sono contenute e preferibilmente vi deve essere un muro di cinta. Vi devono essere punti di osservazione ben studiati, e l' accesso deve avvenire solo per rastrellare la sabbia.

Nella forma più pura di Giardino Zen le piante non vengono utilizzate: l'unico vegetale consentito è il muschio. In alcuni karesansui si utilizzano anche elementi quali ponti, lanterne e sentieri di Tobi (pietre di camminamento).I Giardini Zen sono quindi usati come opere d' arte o rappresentazioni dei principi Zen. Spesso sono affiancati ad un giardino tradizionale ricco di piante macro bonsai e di azalee.Da qualche tempo sono molto di moda i Giardini Zen in miniatura, chiamati Bonseki. Essi sono realizzati su piccoli vassoi dove vengono disposti sabbia e pietre che riproducono le grandi pietre dei Giardini Zen. Il Bonseki dev'essere anch'esso rastrellato con le tecniche del Karesansui.

Simbologia giapponese
















Tante piante e rocce in un giardino giapponese hanno un significato .
Per esempio:
L'acero giapponese rappresenta la impermanenza delle cose, perché in autunno perde le sue foglie.
Le pietre nell'acqua significano gli ostacoli nella vita di una persona.
L'acqua può anche essere presente nel giardino giapponese semplicemente sotto forma di ghiaia, che verrà opportunamente movimentata con dei disegni ondeggianti realizzati con un semplice rastrello.
Un piccolo abete sempreverde rappresenta "l'eternità".

Gli elementi del giardino giapponese


Ci sono 3 elementi basilari indispensabili che sono: acqua, roccia e verde.
L'acqua significa Vita.
L'acqua deve scorrere da est ad ovest, come il sorgere ed il tramontare del sole.
Le rocce formano un punto di pace nel giardino. Forme rotonde portano atmosfera e pace. La posizione è importante, la roccia deve dare l'impressione che sia lì da sempre.
Il giardino deve essere verde tutto l'anno, soltanto nella primavera ci sono alcune fioriture, come l'azalea, il rododendro, la camelia ecc.

lunedì 19 marzo 2007

Ikebana







La scuola Ikenobo



L'Ikebana nasce con la scuola Ikenobo e, sebbene nell'arco di 5 secoli si siano sviluppate altre scuole, quella di Ikenobo e considerata l'origine dell'Ikebana. L'antichissima tradizione di Ikenobo racchiude anche molti aspetti di modernità, che interagiscono continuamente per incoraggiare i nuovi sviluppi dell'Ikebana di oggi. La bellezza dei fiori è stata da sempre apprezzata dagli uomini, ma i predecessori dell'Ikebana hanno intuito che nelle parole non dette e nei movimenti silenziosi delle piante si rifletteva il fluire del tempo e che si potevano esprimere le proprie emozioni attraverso la loro arte, l'arte di disporre le piante recise e rimosse dalla natura cosi da essere colmate di una nuova bellezza.
L'Ikebana, inoltre, potrebbe far pensare alle forze della natura, con cui le piante convivono in armonia, i rami curvati dal vento invernale, o una foglia mangiata a meta dagli insetti. La scuola Ikenobo considera il bocciolo dei fiori la cosa più preziosa, perchè all'interno vi è racchiuso il principio della vita protesa al futuro. Piante e uomini sono stati e saranno parti vitali della natura in continuo cambiamento, ed e di questa consapevolezza che l'Ikebana vorrebbe essere un'espressione. La sede della scuola Ikenobo si trova a Kyoto, adiacente al tempio Rokkakudo dove nacque l'Ikebana piu di 500 anni fa, ed è attiva come punto di incontro per maestri e studenti provenienti da tutto il mondo.

Il garofano




La nascita di questo fiore ha una radice mitologica: si racconta che la dea Diana s’innamorò di un pastore, ma essendo votata alla verginità decise di impedirgli di vedere le altre donne e gli strappò gli occhi che gettò in un prato, dove per miracolo nacquero due bellissimi garofani bianchi. Simbolo di fedeltà, d’amore ardente e d’eleganza anche i suoi colori hanno numerosi significati: il rosso è indice di una passione impetuosa, lo screziato vuol significare "fidati di me", il rosa sottintende l’amore reciproco, il giallo lo sdegno e il bianco la fedeltà.
Il garofano esige esposizione soleggiata, terreno ricco di sostanze organiche e minerali, compatto, calcareo e asciutto.
Le specie annuali vengono seminate in primavera o in cassone nel mese di Febbraio, con fioritura dopo 6 mesi.
Le perenni coltivate industrialmente come annuali oltre che con la semina, vengono moltiplicate per talea nel periodo invernale, riparandole con stuoie dal gelo, la fioritura inizia in settembre-ottobre fino alla primavera successiva.

domenica 18 marzo 2007

Manuali per coltivare orchidee

I manuali più recenti sulla coltivazione delle orchidee sono:

Orchidee di Squire David - Ed. Il Castello
Orchidee. Le specie più affascinanti e facili da coltivare di Pinske Jorn - Red Edizioni
Coltivare orchidee.Cura,generi e specie, fioritura di Milillo Stefano e Conte Gianmaria - Ed. Giunti Demetra

Per una bibliografia più completa sull'argomento si consiglia di cliccare su :

http://www.orchidando.net/pages/6.htm

Ikebana







venerdì 16 marzo 2007

Orchidee facili da coltivare











Diciamo subito che le orchidee sono facili da coltivare anche in casa, hanno un fiore splendido di lunga durata e sono anche tra le piante più diffuse al mondo.D'altra parte già nell'antica Roma il grande naturalista Plinio il Vecchio, nel libro Historia Naturalis , descrisse il genere " Orchis " !!!Le specie di orchidee sono moltissime, ma le più adatte da coltivare nei nostri appartamenti riscaldati sono senz'altro quelle di origine tropicale, in quanto abituate a climi asciutti e caldi.
Cattleya: è una specie per ampi spazi, perchè raggiunge l'altezza di più di mezzo metro, i fiori sono grandi, variopinti e spesso profumati.La fioritura va da settembre a giugno e per essere abbondante necessita di buona luce.
Cymbidium: le varietà coltivate possono essere mini ( 5-6 cm ), midi ( 8-10 cm ), standard ( fino a 13-15 cm), a fioritura precoce se sbocciano in tardo autunno, intermedia se sbocciano in febbraio e tardiva se sbocciano da marzo a maggio.La maggior parte dei Cymbidium fiorisce comunque precocemente.
Dendrobium: questa è un'orchidea amante del sole, e fiorifera in epoca primaverile ed estiva, richiede una posizione noncon sole forte diretto, ma sempre a temperature abbastanza elevate, sopra i 18° e sino ai 30°, con temperature invernali maggiori di 14°.
Paphiopedilum: i suoi fiori sono dilunga durata ( più di un mese ) fra ottobre e aprile, sono adattissime alle nostre case nel periodo invernale, per rallegrarle con fiori stupendi e carnosi, sempre molto appariscenti.Vogliono tanta acqua per cui occorre fare attenzione che il terriccio non si asciughi troppo.Per una fioritura abbondante la temperatura deve essere tra i 15° e i 20°C e occorre utilizzare, per le annaffiature, acqua senza calcare e a temperatura ambiente, solo quando la pianta ha il terriccio asciutto in profondità.
Phalaenopsis: è la più facile a fiorire in ambiente riscaldato, richiedendo temperature superiori ai 18° C.I fiori, multicolori e di grande effetto, fioriscono d'inverno e sbocciano in successione durando fino a 40 giorni.Quest'orchidea non vuole il sole diretto.Tutte le orchidee che appartengono a questo genere sono originarie dell'Asia tropicale e dell'Australia settentrionale, sono molto diffuse in Italia e facili da coltivare.

Le orchidee traggono grande beneficio dalla vicinanza con altre piante, perchè si crea un microclima umido che ripropone un ambiente tropicale da cui hanno origine.E' necessario nebulizzare la pianta per aumentare il grado di umidità, ma mai durante la fioritura, perchè con l'acqua i fiori anneriscono.
Bisogna concimare con fertilizzante liquido, da aggiungere all'acqua delle annaffiature, una volta ogni due settimane, dal secondo anno di vita della pianta.
L'orchidea che ha più di 4 anni deve essere divisa e trapiantata in estate, eliminando prima tutte le foglie avvizzite.Bisogna togliere la pianta dal vaso e scollarla con attenzione della terra rimasta attaccata, maneggiando sempre in modo delicto per non provocare rotture che danneggino la pianta.Poi la si appoggia su un tavolo, e la si taglia in due parti con un coltello seghettato, separando con cura gli pseudobulbi . A questo punto dividere le due nuove piantine e liberarle del vecchio terriccio, poi rinvasarle.
E' importante scegliere i generi più facili da coltivare, come il Dendrobium, il Cymbidium, la Phalenopsis, il Paphiopedilum, oppure le orchidee in miniatura da coltivare in vasetti piccoli ( diametro di circa 12 cm) o su pezzi di corteccia.

giovedì 15 marzo 2007

Feng Shui



Piccole fontanelle e stagni nel giardino portano grandissima fortuna economica se sistemati negli angoli a nord o a sud-est .

Non lasciate che l'ingresso della vostra casa si affacci su una strada dritta. Bloccate l'energia negativa che ne deriva con un gruppo d'alberi, una staccionata di legno, una siepe.

Nel retro della casa dovrebbero esserci alberi e una collinetta. Godrete cosi' della protezione della tartaruga celeste.Sfrutterete cosi' al meglio le grandi energie protettive di elementi forti e solidi dietro casa.
Le piante sono di ottimo auspicio , il legno significa crescita e sviluppo specialmente se posto a est, sud-est e sud. Gli alberi non devono sopraffare pero' la casa ed esser quindi potati regolarmente.

Non posizionate piante appuntite e cespugli spinosi vicino a casa, eliminate l'acqua stagnante , le foglie o le piante secche poiche' sono tutti elementi portatori di energia Yin negativa.

Ikebana







Passiflora


La passiflora è una pianta facilissima, che non pone nessun problema. Unico accorgimento: comprarla quando è in fiore, cioè in primavera, perché a volte impiega degli anni prima di fare il primo fiore.

Si può piantare in piena terra o in vaso, è sempreverde e perenne.

Esistono diverse varietà, l'incarnata, la coerulea e l'edulis maggiormente conosciute. Col caldo fruttifica e porta a maturazione un frutto verde-giallo spugnoso. E' rampicante e si aggrappa tramite viticci. Fiorisce da maggio a luglio; il frutto è grosso come un uovo ,contiene numerosi semi ovali appiattiti ricoperti da una parte carnosa commestibile acidula.

Si riproduce per seme con semina in febbraio al caldo, ma è più rapida la moltiplicazione per talea di rizoma cioè prendi pezzi di radice .

La Passiflora a partire dagli Incas è sempre stata usata dalle popolazioni dell'America latina per le sue proprietà lassative e leggermente sedative.
Chiamata volgarmente "fiore della passione", racchiude tutti gli elementi simbolici del sacrificio di Cristo: un cerchio di filamenti purpurei rappresenta la corona di spine, i tre stili raffigurano i chiodi, lo stame, il martello.

mercoledì 14 marzo 2007

Bouganvillea


Quasi tutte di origine sudamericana, le buganvillea sono arbusti rampicanti .

Hanno foglie e fiori piuttosto insignificanti, soprattutto se paragonati alle vistosissime brattee fogliari, che circondano i fiori, e possono essere rosse, rosa, magenta, cremisi, tortora, albicocca o bianche. Di crescita vigorosa, resistentissime a siccità, salino e parassiti, sono oltre tutto facili da coltivare. Può essere tenuto in casa in vaso potandolo a forma di alberetto o di cespuglio. I rami sono spinosi e portano foglie ovali non particolarmente decorative. Le brattee compaiono in primavera-estate e persistono per alcuni mesi. Per fiorire richiede luce intensa e sole diretto durante il periodo vegetativo per almeno 4 ore al giorno.

E' opportuno scegliere posizioni riparate, specie dai venti freddi. Si pianta in primavera, facendo attenzione a non danneggiare l'apparato radicale della pianta piuttosto delicato. Le buganvillea vanno innaffiate generosamente durante i mesi caldi quando, ogni 10-15 giorni, si somministrerà un buon fertilizzante liquido. Durante il periodo di riposo, invece, se le piante sono coltivate all'aperto, non sono in genere necessarie altre somministrazioni d'acqua. In febbraio si accorciano i germogli principali di circa un terzo e si diradano i rami, così da favorire una buona circolazione dell'aria e della luce all'interno del cespuglio.

lunedì 12 marzo 2007

Ikebana


Caratteristiche del giardino mediterraneo




Particolarmente apprezzato da coloro che vivono in zone climatiche "miti" è il giardino mediterraneo. Le principali caratteristiche di questo stile sono:
L'uso di molteplici specie di vegetali, autoctoni e non, che offrono il meglio di sè in condizioni climatiche tipiche dell'area mediterranea, estati calde, inverni miti e scarsa piovosità. Numerose sono le Cactaceae, le Crassulaceae, le specie a foglia persistente tipiche della macchia mediterranea, dal pino domestico alla ginestra alla quercia da sughero, alle innumerevoli varietà di agrumi.
L'uso tipico di contenitori in terracotta o in legno per ospitare piante di agrumi, eventualmente da riparare durante la stagione più fredda, di muretti a secco e di viali in terra battuta.
L'accostamento di specie vegetali con fioriture violente come abbondanza ed effetto cromatico, che rendono questi giardini traboccanti di vivaci accostamenti di Rossi - Fucsia - Arancioni - Gialli ecc...
L'accostamento ad elementi architettonici tipicamente intonacati di bianco o rivestiti di variopinte ceramiche..

Okada e la scuola Sangetsu


"L'amore per i fiori è universale. In ogni uomo è insita la tendenza ad apprezzare la bellezza di Madre Natura e osservando le composizioni floreali egli lo fa in modo concreto". Il fine ultimo delle composizioni floreali della Sangetsu sarebbe quello di comunicare positività agli uomini elevando le loro coscienze e dunque anche la qualità delle loro esistenze.

La scuola Sangetsu, ispirandosi agli ideali del suo fondatore Mokichi Okada, rispetta la natura con un grande senso di reverenza e sottolinea l'importanza di preservare la bellezza naturale usando materiali pieni di vitalità e nel pieno rispetto dell'armonia delle strutture.

Secondo la filosofia di Mokichi Okada, è di vitale importanza far accrescere in ognuno di noi la consapevolezza attraverso la bellezza, dovremmo essere in grado di entrare in contatto con la bellezza facilmente e senza limiti di tempo o spazio. Egli riteneva che il mezzo ideale per diffondere la bellezza fosse quello di incoraggiare la gente a coltivare e distribuire fiori. Questo programma di divulgazione inizierebbe disponendo composizioni floreali nelle stanze delle proprie abitazioni o in altri edifici, in modo che i fiori possano essere visti ed apprezzati dalla gente in qualsiasi luogo essi vadano, nella convinzione che la presenza ornamentale anche di un solo fiore in un angolo dell'ufficio o sulla scrivania certamente rallegri l'atmosfera.

Origine e significato dell'Ikebana


In contrasto con la forma puramente decorativa delle composizioni floreali occidentali, l'arte dell'Ikebana mira a creare un'armonia tra composizione lineare, ritmo e colore. Mentre il gusto occidentale tende a dare importanza alla quantità, ai colori dei fiori puntando l'attenzione maggiore sulla loro bellezza, i giapponesi privilegiano gli aspetti lineari della composizione ed hanno raggiunto un tale grado di perfezione in quest'arte che il vaso, gli steli, le foglie ed i rami acquisiscono un valore complementare a quello dei fiori.

Le origini dell'Ikebana si fanno risalire al VI sec., quando sia i rami che i fiori venivano orientati verso il cielo in segno di fede.

Nel XV sec. venne creato uno stile più sofisticato, rikka (lett. 'fiori ritti'). Questo stile cerca di ricreare la grandiosità della natura. Dunque uno stile tutto legato al simbolismo: ad es. i rami del pino rappresentano le rocce e le pietre, ed i crisantemi bianchi un fiume ed un ruscello.

Una tappa significativa nell'evoluzione di quest'arte ebbe luogo alla fine del XVI sec., quando si affermò uno stile più austero e semplice noto come negeire (lett.'gettar dentro o lanciar dentro') che divenne parte integrante della cerimonia del tè. Secondo questo stile i fiori devono essere disposti nel vaso nel modo più naturale possibile, quali che siano i materiali adoperati.
Dopo la Restaurazione Meiji, che introdusse in Giappone un periodo di modernizzazione e di occidentalizzazione, si sviluppò un nuovo stile chiamato moribana ('fiori ammassati'). Questo stile cerca di riprodurre in miniatura lo scenario di un paesaggio o di un giardino. E' uno stile che si addice a qualsiasi ambiente o situazione.
Oggi esistono diversi stili di ikebana, alcuni molto semplici ed altri originali, ma tutti attribuiscono in egual modo un peculiare significato al modo in cui i fiori sono disposti.

domenica 11 marzo 2007

Arte floreale giapponese


L'Ikebana ,in Giappone, si è trasformato in una multiforme espressione artistica. In origine l'arte dei fiori era praticata solamente dai nobili e dai monaci buddisti, che rappresentavano le classi elevate e solo molto più tardi si diffuse in tutti i ceti diventando popolare .
Nelle composizioni dell'Ikebana rami e fiori sono disposti secondo un sistema ternario, quasi sempre a formare un triangolo. Il ramo più lungo, più importante, è considerato qualche cosa che si avvicina al cielo, il ramo più corto rappresenta la terra e il ramo intermedio l'uomo.
Così come queste tre forze si devono armonizzare per formare l'universo, anche i fiori e i rami si devono equilibrare nello spazio senza alcuno sforzo apparente.

Ikebana




Il nespolo


L’albero del nespolo, dal greco méspilon, fa parte della famiglia delle Rosacee ed è originario dell’Oriente. Si può trovare in tutte le zone temperate che non abbiano un terreno umido o calcareo.
La fioritura va da novembre a febbraio, con fiori che sono riuniti in pannocchie. I frutti sono pomi, con 1-5 semi riuniti al centro, in genere piccoli, rotondi, ellittici; resiste a temperature sotto lo zero ,ma preferisce l'ambiente meridionale a clima più temperato in inverno.

Nella tradizione contadina il frutto era considerato ricco di proprietà (in effetti è ricco di fibre, zuccheri, sali minerali, acidi organici e vitamina A). Ma non solo: i contadini se ne servivano anche per scandire il passare delle stagioni. Il nespolo era la prima pianta a fiorire, ma i suoi frutti erano gli ultimi a maturare. Una sua buona fioritura veniva inoltre considerata come premonitrice di un ricco e abbondante raccolto di stagione.

E' possibile riconoscere il nespolo da queste caratteristiche: altezza sui 3-5 metri, fusto che si espande per lo più in orizzontale con una ramificazione spinosa sparsa e qua e là.

Un tempo si portava sotto la finestra della propria amata decorazioni di ramoscelli e frutti: l’albero da cui prenderli veniva scelto in base al valore simbolico. Il nespolo,secondo la tradizione, era la pianta per la donna virtuosa.

sabato 10 marzo 2007

Ibisco


Il genere "Ibisco" comprende circa 300 specie di arbusti, alberi e piante erbacee perenni o annuali, alcuni sempreverdi, altri decidui.
Fra le più note sono: Hibiscus syriacus (Ibisco comune) usato per comporre siepi o come piccolo albero, con foglie caduche, ruvide al tatto, con margini dentati; i fiori sono grandi, campanulati, solitari, abbondanti per tutta l’estate, di vario colore (bianchi, rosei, rossi, violetti o variegati), e Hibiscus rosa-sinensis (Ibisco della Cina), specie perenne, largamente utilizzata come pianta fiorita da appartamento, con grandi foglie persistenti, intere, verde scuro, con margini dentati e fiori grandi, a corolla imbutiforme, color rosso carminio, dalla quale sporge il pistillo e gli stami pure rossi.
L’Ibisco comune vuole una posizione in pieno sole mentre l’Ibisco della Cina necessita di una posizione molto luminosa ma non il sole diretto.
Le annaffiature devono essere abbondanti nel periodo caldo, senza ristagni di acqua.

sabato 3 marzo 2007

Il mirto


Il mirto, detto comunemente mortella, è un elegante arbusto sempreverde, non spinoso e dal portamento compatto, che raggiunge facilmente i due metri d'altezza. Benché gli appartenenti alla sua famiglia siano migliaia il mirto è l'unico componente delle mirtacee ad essere presente in Europa, gli altri esemplari sono infatti diffusi in Australia e nelle regioni tropicali.

Le graziose foglie del mirto, coriacee e persistenti, sono di forma ovate o ovato-lanceolate e hanno margine intero; le loro dimensioni si aggirano attorno ai quattro centimetri di lunghezza e il loro verde è particolarmente brillante. Quando vengono schiacciate, o frantumate, le foglie di questo arbusto emettono una gradevole fragranza che rievoca il profumo dell'arancio ed è dovuta alla presenza del mirtenolo, un olio dotato di proprietà balsamiche.

I fiori bianco crema, dotati di vistosi stami dorati, sbocciano da giugno a settembre, sono solitari, molto leggeri d'aspetto, semplici di forma, deliziosamente profumati.

I frutti del mirto maturano in autunno, sono piccole bacche ovoidali di colore nero-violaceo e di consistenza carnosa che risultano gradite agli uccelli.
Il mirto prospera ove il clima è mite, sopporta bene la siccità ma teme il gelo; predilige un substrato sabbioso, ben sciolto e permeabile. Questo arbusto dall'aspetto decisamente decorativo può venire coltivato anche in vaso.
Il mirto ama il sole e desidera un'esposizione aperta e arieggiata. Dove le temperature invernali scendono al di sotto dello zero il mirto va messo a dimora in posizione riparata o va protetto nei mesi più freddi. I cespugli di mirto sopportano di venire potati in forme obbligate. I fiori si raccolgono in luglio-agosto, nel momento in cui sbocciano; le foglie durante tutto l'anno; le bacche in autunno.

giovedì 1 marzo 2007

I libri di Aldo Colombo


Aldo Colombo, laureato in scienze agrarie, ha lavorato a lungo nel settore della floricoltura. E' da molto tempo collaboratore di riviste specializzate e autore per De Vecchi di molte monografie.

Tra i suoi libri segnaliamo:

Il giardino delle erbe aromatiche

Il giardino mediterraneo

Coltivare gli agrumi ornamentali e da frutto


Il lettore appassionato di giardinaggio imparerà a conciliare il gusto personale con le esigenze delle piante, le caratteristiche dello spazio e le cure necessarie. Ai consigli di carattere generale segue una sezione dedicata alle schede descrittive delle piante indicate, tra cui non mancheranno le specie che possono creare piacevoli contrasti di colore e fioriture nell'arco dell'anno.


Per ulteriori informazioni si rimanda al sito:

La macchia mediterranea




Gli arbusti della macchia sono piante rigogliose e belle da osservare: a fine inverno iniziano a fiorire e durante la stagione autunnale si caricano di frutti dai colori vivaci.
Il corbezzolo (Arbutus unedo) per esempio e un arbusto bellissimo che in autunno presenta abbondanti fioriture in contrasto con la maturazione dei frutti (corbezzole) dell'anno precedente dal colore rosso-arancione grandi come ciliege. Può spingersi fino a 700-800 m. di altitudine ed è una specie coltivata perché ha grande valore ornamentale.
Altro cespuglio tipico della macchia è il lentisco (Pistacia lentiscus) pianta resistente alla siccità e molto frequente lungo le coste; è un arbusto che ha resistito agli incendi e al pascolo sostituendo così nel corso del tempo le antiche foreste di leccio e di sughera.
Presente in tutti i paesi del mediterraneo è il mirto (Myrtus communis), pianta aromatica già nota ai Greci e ai Romani; le foglie e i frutti trovano impiego in cucina e per la produzione dei liquori.
Altra pianta aromatica è l'alloro (Laurus nobilis) con cui i Greci incoronavano i poeti e gli atleti di gare sportive; e cespuglio molto ramificato, diffuso su tutte le coste del Tirreno e del basso Adriatico e da lungo tempo è coltivato per la formazione di siepi e per la sua utilità in fitoterapia.
Anche l'oleandro (Nerium oleander) è un cespuglio sempreverde, ha rami lunghi e fiori profumati di colore bianco o rosa, è spontaneo in Liguria e nelle isole e spesso si trova lungo i corsi d'acqua.
Altro componente della macchia mediterranea è il ginepro rosso (Juniperus oxicedrus) diffuso su litorali sabbiosi e rocciosi con chioma espansa spesso irregolare; una varietà di questo, il ginepro coccolone, presenta frutti più grossi.
Nella macchia bassa, su terreni rocciosi e sassosi, crescono poi numerose piante aromatiche della famiglia delle Labiate : rosmarino, timo, lavanda e salvia, alcuni cisti e diverse composite.